INTERVENIRE SULLA PREVIDENZA

Età pensionabile sopra la media europea: congelare l’innalzamento – di Domenico Proietti*

Per la UIL il tema della previdenza è decisivo, poiché rappresenta una componente essenziale della vita delle persone, sulla quale ci si impegna ad elaborare nuove ed efficaci idee e proposte. Si tratta di una tematica che connota la UIL come Sindacato riformatore ed innovativo, che agisce per migliorare concretamente la vita dei cittadini.

Dal dicembre 2015 la piattaforma unitaria “Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani” è stata il punto di partenza per innovare e migliorare il sistema previdenziale. Il 2016 è stato un anno importante per la previdenza e, grazie anche ad un forte mobilitazione del Paese, sono state numerose le novità introdotte.

L’impegno della UIL e di tutto il Sindacato è stato quello di proporre alcune modifiche del sistema previdenziale, che sono state accolte dal Governo e dal Parlamento.

Nel verbale di sintesi del 28 settembre 2016, sottoscritto da Governo e Sindacati, venivano indicati interventi significativi che poi hanno trovato attuazione nella successiva legge di bilancio. L’obiettivo principale era reintrodurre equità e flessibilità nel nostro sistema pensionistico. Grazie a questa azione, si sono conseguiti i seguenti obiettivi: le ricongiunzioni gratuite, l’estensione della quattordicesima per un milione e quattrocentocinquantamila ulteriori pensionati, l’equiparazione della no tax area dei pensionati a quella dei dipendenti, la semplificazione della normativa sugli usuranti, la garanzia della pensione anticipata per i lavoratori precoci con 41 anni di contributi.

Ad esempio, con l’ultima legge di Bilancio è stata raggiunta una meta fondamentale: l’APE Sociale, adottata da circa 60 000 italiani, poiché ha consentito e garantito l’anticipo pensionistico ad 11 categorie di lavoratori, coinvolti in mansioni faticose e gravose. Un ulteriore obiettivo della Uil è quello di intervenire, rispetto al suddetto strumento, per ampliare le categorie di lavoratori che possano presto beneficiare dell’APE SOCIALE.

Di recente, è stato firmato dal premier Gentiloni il Dpcm sull’APE volontaria, essa costituisce uno strumento che dà rilievo al principio di flessibilità all’interno del nostro sistema pensionistico e la sua adozione è comunque rimessa alla volontà del lavoratore.

Attualmente la UIL sta affrontando la fase II della riforma previdenziale mediante il confronto con il Governo. È una fase con la quale si vuole dare certezza al futuro pensionistico dei giovani. La proposta avanzata e sulla quale si sta sviluppando il confronto è di prevedere un intervento che riesca a combinare la storia contributiva dei lavoratori ed una misura che copra i buchi contributivi, ancora presenti, prevalentemente, nelle carriere dei giovani. Si deve, più in generale, introdurre una reale flessibilità di accesso alla pensione per superare le attuali rigidità del sistema previdenziale ed i limiti che penalizzano i lavoratori con carriere più discontinue e retribuzione medio basse.

Occorre:

  • Ridurre (da 1,5 ad 1 volta l’assegno sociale) l’importo soglia richiesto per la pensione di vecchiaia;
  • ridurre significativamente l’importo soglia (attualmente pari a 2,8 volte l’assegno sociale) in caso pensionamento anticipato nel sistema contributivo con 20 anni di contributi. Con l’obiettivo di dare rilievo alle storie contributive delle figure più deboli del mercato del lavoro, rispetto alle quali agisce il sistema contributivo, rendendo più agevole l’accesso all’assegno sociale ed aumentando la quota di quest’ultimo cumulabile con la pensione, si conviene di aumentare la quota di pensione deducibile dai redditi influenti per l’erogazione dell’assegno, graduandola in ragione degli anni di contribuzione pensionistica. In particolare la quota di pensione deducibile è innalzata:

–           al 50% in caso di pensione conseguita con almeno 20 anni di contribuzione;

–           al 55% in caso di pensione conseguita con almeno 25 anni di contribuzione;

–           al 60% in caso di pensione conseguita con almeno 30 anni di contribuzione.

Un’ altra tematica che sta a cuore alla UIL è l’eliminazione delle disparità di genere, presenti nel nostro sistema previdenziale, sulla base di ciò, lo scorso 8 marzo si è tenuta una rilevante iniziativa pubblica realizzata dalla UIL, per porre l’attenzione su questo argomento. Come è noto, l’attuale sistema previdenziale penalizza fortemente le donne, pertanto la UIL ha posto con determinazione la necessità di rimuovere queste disparità attraverso alcune soluzioni:

–           una maggiorazione contributiva per i periodi di congedo parentali, dentro e fuori il rapporto di lavoro;

–           la riduzione di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di tre anni, del requisito contributivo per l’accesso all’ape sociale, di cui all’articolo 1, commi 179-186, della legge 232/2016;

–           il riconoscimento di 12 mesi di anticipo rispetto all’età legale per l’accesso alla pensione di vecchiaia (sia nel contributivo che nel misto) per tutte le lavoratrici che abbiano avuto o adottato almeno un figlio; tale anticipo dovrà essere accresciuto di 1 anno per ogni figlio oltre il secondo fino ad un massimo di 3 anni rispetto all’età di pensionamento;

–           riconoscimento di contribuzione figurativa per lavoro di cura svolto al di fuori del rapporto di lavoro;

–           la revisione dell’attuale sistema di contribuzione per chi svolge lavoro domestico prevedendo versamenti contributivi pieni sotto le prime 24 ore settimanali lavorate e rapportati alle retribuzioni corrisposte effettivamente, se superiori a quelle convenzionali.

Fondamentale per la UIL è la necessità di rilanciare la previdenza complementare: è importante sottolineare il valore e la funzione dei fondi di previdenza complementare italiani, che rappresentano un modello per l’occidente, perché studiati ed apprezzati in tutto il mondo per la loro grande capacità di assicurare rendimenti positivi, la loro trasparenza di gestione, sicurezza e stabilità. Come Uil siamo orgogliosi di aver contribuito a costruire e far sviluppare questo modello di partecipazione e di bilateralità. Nei mesi precedenti abbiamo realizzato un’iniziativa a sostegno della previdenza complementare, in particolare, nel pubblico impiego. Riteniamo necessario procedere verso una armonizzazione delle regole tra il settore pubblico e quello privato a partire dalle prestazioni erogate e dalla fiscalità. Una proposta intelligente che supera le discriminazioni nei confronti dei lavoratori pubblici e che sembra trovare accoglimento nelle discussioni di questi giorni, soprattutto grazie alla pressione ed all’azione costante che abbiamo esercitato come sindacati.

Altri rilevanti obiettivi della UIL sono: la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale perché è importante conoscere le modalità di utilizzo delle risorse previdenziali del Paese, per una corretta valutazione del nostro sistema.  Inoltre è importante varare una riforma della governance dell’INPS, che intervenga per modificare l’idea dell’uomo solo al comando, si deve realizzare un sistema duale che veda parallelamente agli organi di gestione, un Civ con poteri effettivi di indirizzo strategico e sorveglianza. In tal senso si può realizzare un sistema in grado di garantire degli istituti efficienti, efficaci e partecipati.

Un altro argomento sul quale la UIL sta intervenendo in maniera decisiva, è quello relativo al congelamento dell’aspettativa di vita. Aumentare ulteriormente l’età di accesso alla pensione, secondo noi, costituisce una crudeltà nei confronti dei lavoratori. In Italia, vi è una situazione per la quale già si accede alla pensione mediamente 3 anni sopra rispetto alla media europea, per tale motivo non è ammissibile un ulteriore innalzamento. La UIL propone il congelamento dell’incremento previsto nel 2019 ed, al contempo, chiede che sia avviato uno studio sull’ effettivo legame all’aspettativa di vita nei diversi settori lavorativi, infatti non tutte le attività lavorative garantiscono la medesima aspettativa di vita, pertanto sarebbe ingiusto proseguire con un sistema che penalizzi, in particolar modo, i lavori gravosi e faticosi.

Infine, La UIL da sempre, ha grande stima e rispetto per l’Istat, organo dotato di grandi professionalità e che svolge un complesso lavoro di elaborazione e valutazione di dati e di stime, tuttavia, dopo le sue recenti divulgazioni di dati contradditori in tema di andamento demografico e crescita del Pil del nostro Paese, chiediamo una maggiore prudenza, da parte dell’istituto, nell’elaborazione delle previsioni.

Gli obiettivi che sono stati raggiunti negli ultimi due anni, in materia previdenziale, sono stati frutto di un’azione unitaria, ciò costituisce la chiave di lettura per proseguire e perseverare nel raggiungimento di mete sempre più ambiziose come pensioni, sviluppo del mezzogiorno e pubblico impiego.

*Segretario Confederale UIL