Sul significato dell’ultimo voto del popolo italiano

Premesso che il sottoscritto non vuole apparire originale a tutti i costi allo scopo di interessare i suoi lettori, mi sono sempre chiesto quali possono essere le ragioni che inducono – in particolare gli italiani – a mutare così spesso le loro convinzioni politiche, o meglio, il loro voto. Una ragione potrebbe essere determinata dalla eccessiva frequenza di essere chiamato alle urne – elezioni politiche, regionali, comunali, europee, in qualche caso addirittura per un voto referendario – al punto di essere tenuto costantemente sotto pressione dall’incalzare degli avvenimenti e, quindi, costretto a fare valutazioni rese oggi particolarmente difficili dalla presenza dei più svariati medium con effetti pervasivi sull’immaginario collettivo. Vale, in questo caso, la famosa citazione di McLuhan il medium è il messaggio. Nel caso della nostra bella Italia la citazione ha, però, un valore relativo in quanto il principale scontento degli italiani è stato generato dalla consapevolezza di essere stato per troppo tempo governato da mediocri governi, appunto, che hanno determinato – a ben guardare – il fenomeno 5stelle, la sua clamorosa affermazione e la incredibile crescita della “Lega”. Si dice che nulla sia più corrivo della passione politica, financo nello sport, nelle professioni, per arrivare persino nell’amore, per cui tutto si giustifica, si accetta, poi tutto, però, può andare a scatafascio. Secondo me siamo a buon punto. Potremmo, cioè, vedere cose assai discutibili tipo ingiustizie sui più deboli, una enorme riduzione dei diritti, più povertà, forse più confini e meno libertà, ma così gli italiani hanno deciso alle urne e la democrazia va sempre rispettata. Il sogno del comico Grillo e di Gianroberto Casaleggio non si è potuto del tutto realizzare poiché l’identità xenofoba di Salvini ha messo i 5stelle in condizione di dover spartire i frutti della vittoria. D’altra parte un popolo che, a suo tempo, ha gioito per la diseducazione etica inculcatagli da Silvio Berlusconi acclamato dal suo popolo per poco meno di un ventennio, non credo possa essere particolarmente indicativo per il suo tasso di democrazia. Eccesso di pessimismo ? No, solo realismo, cosa che mi fatto profondamente rimpiangere i nostri Visentini,  La Malfa padre, Oddo Biasini, Luciana Sbarbati, Gianni Marongiu, Giorgio Bogi, e i tantissimi altri, ma, soprattutto, l’indimenticabile Giovanni Spadolini.

Giuseppe Grossi