L’ULTIMA FOLLIA POLACCA : GARIBALDI ANTISEMITA

Il Presidente dell’Associazione Mazziniana scive all’ambasciatore polacco – di Marco Capodaglio

– Riporta Repubblica del 21 2 2018 “Una scuola elementare di Varsavia, intitolata appunto all'”eroe dei due mondi” dal 1963, adesso cambierà nome. Lo ha deciso la direttrice della scuola stessa, come riferisce il quotidiano Gazeta Wyborcza (il più autorevole media indipendente dell’est dell’Unione europea, fondato nel 1989 della rivoluzione pacifica che avviò la caduta dell’Impero sovietico e del Muro di Berlino) dall’eroe e veterano dell’opposizione democratica, storico e giornalista, Adam Michnik.

La motivazione della scelta di cambiare nome alla scuola, stando al resoconto di Gazeta, è quantomeno singolare. La direttrice ritiene che Garibaldi non meriti l’onore di avere un istituto intitolato a lui in quanto – come avrebbe detto la direttrice in una trasmissione in una radio locale – egli “era un avventuriero non estraneo alla pirateria e all’antisemitismo”.

www.repubblica.it/esteri/2018/02/21…egge-189417993/

In Italia la notizia ha comportato sorpresa ed indignazione ed infatti l’unico dubbio è se la decisione sia frutto di malafede o di ignoranza , ma è facile che siano vere tutte e due le cose .

La comunità ebraica italiana fu sempre particolarmente vicina a Garibaldi , sin dalla straordinaria avventura della repubblica romana come ricorda il sito morasha.it

Il 9 febbraio 1849 viene proclamata la Repubblica Romana con a capo Mazzini e difesa da Garibaldi; il papa Pio IX fugge a Gaeta. Nell’Assemblea nazionale ci sono tre ebrei: lo scrittore triestino Giuseppe Revere, che da Milano era passato a Venezia e da lì a Roma, Abramo Pesaro, cugino di Isacco Pesaro Maurogònato, e Salvatore Hanau da Ferrara. Si trova a Roma in quei momenti decisivi anche l’economista Leone Carpi. A difendere la Repubblica Romana accorrono anche ebrei stranieri: ricorderemo fra questi Carlo Alessandro Blumenthal di Londra, che militava col nome di Scott. Aveva già combattuto a Venezia; e dopo la caduta della Repubblica Romana, seguirà Garibaldi nella sua ritirata verso l’Italia settentrionale, combatterà con lui nella guerra del ‘59 nel Corpo dei Cacciatori delle Alpi, e nel ‘60 preparerà un piano, poi non attuato, di rapire il bambino Mortara. Nella Legione lombarda, accorsa in difesa della Repubblica Romana, composta da 172 volontari, si trovano 5 ebrei, tra i quali il giovinetto Ciro Finzi, che aveva combattuto a Milano dalle barricate, e il giovane medico triestino Giacomo Venezian. Tanto Ciro Finzi che Giacomo Venezian cadono nella difesa della Repubblica Romana: il primo triestino morto per la libertà e l’Italia è un ebreo 

www.morasha.it/ebrei_italia/ebrei_italia10.html

Ed aggiunge mosaico, sito ufficiale della comunità ebraica di Milano

“Numerosi furono gli ebrei al fianco di Garibaldi nella spedizione dei Mille, e molti i finanziamenti all’impresa da parte di ebrei inglesi e italiani come i banchieri Franchetti, Vitta di Casale, i Bondì di Livorno, i Tedesco di Genova e soprattutto quelli di Casa Rothschild di Parigi. Anzi la spedizione stessa prese le mosse da Villa Spinola, a Quarto, sostenuta dalla padrona di casa Vittoria Della Ripa, ebrea fiorentina, di origine pesarese, moglie di Candido Vecchi amico di Garibaldi. E quando Garibaldi fu ferito ne avranno cura trasportandolo a Caprera ove gli resteranno vicini
Anche il Capo di Stato Maggiore Enrico Guastalla, ebreo mantovano, fu ferito nella battaglia sul Volturno nel ’60, ma già era stato accanto a Garibaldi coi “Cacciatori delle Alpi” nel ’59 e lo sarà ancora nel ’67 nella battaglia dell’Agro Romano volta alla liberazione di Roma.
C’era a Quarto, al momento dell’imbarco, anche un giovanissimo ebreo, neppure diciottenne, Riccardo Luzzatto: alla madre che tentava di dissuaderlo rispose di non chiedergli di tornare in dietro perché sarebbe partito ugualmente, ma con il rimorso di averle disobbedito.
Anche Giacomo Levi-Civita, appena ventenne, si batté a fianco di Garibaldi alla Bezzecca ove si guadagnò la medaglia d’oro.”

www.mosaico-cem.it/italia-ebraica/storia-storie

E’ doloroso che proprio dalla Polonia venga una tale fandonia , un paese a cui Garibaldi dedicò un impegno eccezionale . Quando nel gennaio 1863 scoppiò l’insurrezione nella Polonia Russa , Garibaldi era ancora invalidato dalla ferita dell’ Aspromonte , basti pensare che ferito nella battaglia del 29 agosto 1862 , i chirurghi riuscirono ad estrarre la pallottola solo nel novembre di quell’ anno .
Costretto all’ immobilità Garibaldi cercò di mobilitare tutte le energie che la sua fama gli aveva procurate . Con proclami al popolo inglese (4 febbraio 1863 “popolo britanno… volgiti all’ oriente , o generoso, la si dibatte in un lago di sangue , sotto il knout sterminatore lo schiavo bianco , povera Polonia” ) , ai popoli d’Europa (15 febbraio 1863 … non abbandonate la Polonia! Non aspettate di essere ridotti alla disperazione come essa , non lasciate bruciare la casa del vicino , se volete essere aiutati a spegnere l’incendio che divorerà la vostra ), agli emigrati Polacchi (…per voi che avete sparso il sangue sui campi di battaglia della redenzione italiana è ben giusto che che l’ Italia si commuova …. In questa terra non mancano generosi che vi porgeranno al mano “) (1)
E vi furono i generosi . Francesco Nullo ufficiale e infine generale dello stato maggiore garibaldino radunò circa 600 volontari italiani e francesi e , giunse nella Polonia Austria a Cracovia e nel maggio 1863 riusci ad arrivare in Polonia russa ; due giorni dopo nella battaglia di Krzykawka trovava morte mentre guidava una carica .

 

https://en.wikipedia.org/wiki/Francesco_Nullo

Infine come ricorda Leone Ginzburg (che non può essere certo ricordato fra gli indulgenti dell’ antisemitismo) nel suo piccolo saggio “Garibaldi ed Herzen” il famoso brindisi fra Mazzini e Garibaldi a casa di Herzen a londra nell’ aprile del 1864 , fu anche e sopratutto dedicato alla celebrazione della causa polacca (2)

Più che giustificata quindi la lettera che il Presidente dell’Associazione Mazziniana ha inviato all’ambasciatore polacco

Ambasciatore-di-Polonia