REFERENDUM COSTITUZIONALE

LA COSTITUZIONE E’ DA “ATTUARE” PRIMA CHE DA “MODIFICARE”

– Siamo soddisfatti ed orgogliosi di poter dire, a commento dell’ esito del referendum del 4 dicembre, che il “Lucifero” al suo nuovo inizio non ha perso la sua prima battaglia.

Avevamo, infatti, ammonito sui rischi che erano  – e purtroppo sono – sottesi ad una divaricazione profonda della società italiana attorno ai valori, per noi irrinunciabili, della Carta Costituzionale e soprattutto sugli equilibri intoccabili di una democrazia rappresentativa.

Proprio per questo, pur prendendo atto con grande soddisfazione della volontà espressa dal popolo italiano – oltre che della inaspettatamente numerosa partecipazione – che a grande maggioranza ha inteso veder salvaguardati gli equilibri del nostro sistema parlamentare, non possiamo certo esultare soprattutto di fronte alla crisi di un mondo politico che si dimostra, nel suo complesso, sempre più lontano ed estraneo dal comune sentire e dal travaglio profondo che attraversa la compagine sociale, incapace di arrestarne il lento ma purtroppo evidente declino economico ed anche civile. Le derive cosiddette populiste non sono nient’altro che la conseguenza di  una politica che non sa scegliere. Demonizzarle non serve né a combatterle né tantomeno ad eliminarle. Ciò che la politica deve fare è uscire dalle stanze del potere e realizzare il proprio progetto politico partendo dai bisogni veri delle persone.

La Costituzione è salva ma potremo valutare meglio nei prossimi giorni e nei prossimi mesi  quale sarà il vero prezzo che l’ Italia dovrà pagare per un’esperienza e per un confronto che, almeno nei modi e nei termini in cui esso è stato proposto, era assolutamente da evitare, proprio perché contrario alle esigenze di responsabilizzazione e coesione imposte in primo luogo dalla gravità della crisi  economica e sociale dell’ Italia.

La vicenda e gli esiti del referendum servano comunque da lezione: la Costituzione è da “attuare”  prima che da “modificare”  e la via maestra di una modifica significativa della Carta non può che essere quella di un’ Assemblea Costituente.

Ora gli appuntamenti prioritari sono quelli di una nuova legge elettorale in sintonia con la Costituzione  –  che come giustamente si afferma nella “lettera ai mazziniani” del Presidente dell’ AMI “restituisca agli italiani l’effettiva designazione della propria rappresentanza politica” e la soluzione di problematiche decisive che non potranno essere ne posposte né disattese: la situazione del nostro sistema  finanziario,  gli impegni per tutte le aree colpite dal sisma, il rispetto di quelli assunti dal Governo con le parti sociali a cominciare dal rinnovo dei contratti di lavoro e dal precariato, i rapporti con quell’ Europa che dovrà agevolare, e non ostacolare,  lo sforzo finalmente coeso del nostro Paese di riprendere la via dello sviluppo. Spetta in primis al Presidente della Repubblica indicare il percorso.

6 dicembre 2016                                                                                                                                        Il  “Lucifero”