9 FEBBRAIO FESTA DELLA DEMOCRAZIA

“Il Papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato romano”.

Roma 9 febbraio 1849. All’una di notte nel palazzo della Cancelleria, Giuseppe Galletti presidente dell’Assemblea Costituente lesse il testo dell’ordine del giorno appena approvato e composto di quattro articoli. Tale documento, che rappresentò l’atto fondativo della Repubblica Romana, all’articolo 1 dichiarava: “Il Papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato romano”.

Già in tempi passati autorità di Stati invasori avevano dichiarato la cessazione del potere temporale, tuttavia questa volta era diverso, la decisione infatti emanava da una Assemblea Costituente che traeva il suo potere dal popolo sovrano il quale l’aveva eletta con libere e democratiche elezioni a suffragio universale maschile. In realtà il voto alle donne non era proibito esse non votarono solo per consuetudine.

Con l’esercizio del diritto politico di voto i sudditi divenivano cittadini.

         

Per festeggiare il 168° anniversario della proclamazione della Repubblica Romana il Centro Cooperativo Mazziniano “Pensiero e Azione” di Senigallia ha organizzato, in collaborazione con l’Associazione di Storia Contemporanea, una giornata nazionale di studi su Girolamo Simoncelli in occasione del bicentenario della nascita. Il patriota senigalliese protagonista della vicenda repubblicana a Senigallia fu condannato a morte dopo un processo iniquo e dopo tre anni di dura detenzione fu fucilato il 2 Ottobre 1852 all’età di 35 anni dai mercenari pontifici.

                                                                            

Ancora oggi la vicenda Simoncelli agita le cattive coscienze così come avvenne nel 1952 quando il sindaco comunista di Senigallia Alberto Zavatti inaugurò il cippo per onorare il martire mazziniano. In quella occasione lo storico don Alberto Polverari scrisse  sulla  Voce Misena che con l’innalzamento di cippi anticattolici i barbari erano nuovamente alle porte.

Dopo la caduta della Repubblica Romana, 4 Luglio 1849,  ad opera degli eserciti di Francia, Austria, Regno di Napoli e Spagna  per restaurare il potere temporale, la repressione papalina fu durissima su tutto il territorio dello Stato pontificio e solo a Senigallia nel 1852 in tre giorni (28, 30 Settembre e 2 Ottobre) furono eseguite ben ventiquattro condanne a morte.

Pio IX il pastor non ultor (pastore non vendicatore), come si legge nella medaglia commemorativa del suo rientro in Roma non concesse la grazia a Simoncelli malgrado a sostegno della sua innocenza fossero intervenuti autorevoli personaggi di Senigallia e la stessa sorella del pontefice. Il Papa-Re aveva fatto “giustizia” ponendo così le basi per la sua futura beatificazione.

 

 

Alessandro D’Alessandro

Presidente Centro Cooperativo Mazziniano