Sulla disunità del Paese

Gentile Direttore,

dopo l’esito del referendum tenutosi nei giorni scorsi in Lombardia e Veneto, credo proprio di avere bisogno del suo aiuto. Le confesso che per me – milanese per due terzi e per un terzo romano – la “botta” è stata forte, per non dire fortissima.

Davvero avrei immaginato che la più laboriosa Regione Italiana con Milano, “capitale morale” della Nazione da tempo così definita, potesse raggiungere il 40 % dei SI su di un tema per me totalmente assurdo avuto riguardo del momento storico che stiamo vivendo, alla vigilia, soprattutto, del caos elettorale che si sta profilando.

Non voglio quindi tediarla, insieme ai suoi lettori, delle possibili ragioni che hanno motivato il SI che bene o male tutti noi conosciamo, ma che non giustificano, in nessun caso l’oggettivo “vulnus” prodotto che potrebbe financo lacerare il tessuto connettivo del Paese, con un subliminale oscuro messaggio derivante dall’antico detto “con la franza o con la spagna, purché se magna” in chiave italiota (che fa rima con idiota).

Sarà che sono sempre stato orgogliosamente mazziniano sempre più convinto, a distanza di ben 145 anni, della valenza delle Sue istanze, compreso il Suo pensiero sociale in contrasto con Carlo Marx, sarà che sono cresciuto in una famiglia antifascista, sarà che mio padre a diciotto anni, volontario di guerra nel decimato “93 Fanteria” di Caporetto mi è sempre stato di insegnamento, mi è oggi impossibile ipotizzare il benché minimo segnale di frattura dell’unità del mio Paese.

Tutto ciò premesso le confesso che terrei molto conoscere il suo giudizio mettendola a parte del mio pensiero.

Suo affezionato lettore Beppe Grossi.


Riceviamo e volentieri pubblichiamo queste significative ma anche forbite  considerazioni di Beppe Grossi che non è un semplice “lettore” ma ci  pare abbia più volte scritto sulle pagine del nostro “Lucifero”….Naturalmente condividiamo in pieno il suo pensiero ed anzi gli rivolgiamo un caloroso invito a leggere, se non lo ha già fatto, il recente comunicato dell’ AMI – Associazione Mazziniana Italiana (“Dopo il referendum della Regione Lombardia e Veneto” Genova 27 ottobre 2017)  il cui incipit è questo…..”La montagna ha partorito il classico topolino. L’ingente spesa, la fragorosa grancassa e la retorica che hanno caratterizzato il recente referendum in Lombardia e Veneto sono valse il titolo di prima pagina di una giornata. La genericità del quesito posto, nonostante la significativa partecipazione al voto limitata peraltro ad una sola delle due regioni non legittima infatti in alcun modo le roboanti rivendicazioni dei cosiddetti governatori….

Certo condividiamo la preoccupazione per quel 40% di SI in Lombardia che esprime un regresso politico, culturale e civile motivato solo dalle spinte elettoralistiche e dalla colpevole perdita di memoria sui sacrifici sopportati dalla parte migliore della gioventù italiana per realizzare indipendenza ed unità….e Repubblica

Il federalismo predicato dai veri repubblicani e mazziniani non può essere che quello che mantiene in piedi ed anzi rafforza le ragioni dell’ unità e della solidarietà, tanto in Italia quanto in Europa.

Nel contempo l’insegnamento di Ugo La Malfa, ma anche di Conti e Zuccarini, richiama in ogni momento i Governi centrali e regioni meno sviluppate (v. Mezzogiorno) ad un uso diverso e più efficiente delle risorse prodotte dalla collettività…all’ interno della spesa pubblica E’ questo insieme alla questione fiscale uno dei principali nodi irrisolti dell’ Italia degli anni 2000. Ma anche questa considerazione, che secondo noi va fatta unitamente alla difesa dei nostri valori, critica non giustificherebbe mai la richiesta demagogica ed impraticabile di un allargamento di prerogative da ….”statuto speciale” a territori  che come dice il sapiente prof. Agostino Grattarola, intervistato dal nostro  Iperide Ippoliti (vedi www.luciferonline.it) “vorrebbero ritornare al Regno Lombardo Veneto”.