INSIEME CONTRO IL DECLINO POLITICO DEL REPUBBLICANESIMO

di Luciana Sbarbati

–  Sono veramente contenta che Il Lucifero abbia avuto la sensibilità di dedicare un numero al ricordo di un repubblicano, che tanto si è impegnato per il PRI prima e per l’MRE poi, seguendo sempre i principi cardine della dottrina mazziniana e l’esempio di Ugo La Malfa. Conobbi Enrico nella sezione di Chiaravalle ai tempi caldi del dibattito sull’aborto e le campagne vivaci e sentite sui diritti civili.

Egli venne a Chiaravalle per parlarci di Oronzo Reale, del nuovo diritto di famiglia, della campagna del partito per i diritti civili e sociali. Mi colpi subito la sua profonda umanità, che manifestava con una umiltà sincera e appassionata, da uomo vicino a te, schivo di ogni piedistallo, servitore di un compito, che gli elettori gli avevano consegnato con fiducia, con severità e passione.
Lo ascoltai rapita dalla sua preparazione storica precisa, documentata con pignoleria di verità, carica di orgoglio e fede in principi e valori che anche mio padre, a modo suo, tentava di insegnarci in famiglia. Fu subito amicizia quella che Enrico seppe dare ad una giovane mamma, che nel partito faceva i primi passi, un po’ sgomenta per l’humus repubblicano che di certo non dava tanta considerazione alle donne, anche se poi, al momento delle campagne elettorali, le esibiva come guarnizioni di un quadro politico già stampato, ad uso di maschi potenti di
tessere o potete amministrativo.
Enrico era diverso,credeva nei giovani, nelle donne nella intelligenza a prescindere. Sapeva combattere contro le consorterie di potere e per queste sue battaglie all’interno del partito soffri molto e pagò di persona. Su suo suggerimento cominciai ad impegnarmi su letture importanti e su questioni politiche che riguardavano in particolare la scuola, i giovani, la cultura, i diritti, la Costituzione Repubblicana.
Ricordo la sua passione per i testi di Conti, Zuccarini, il suo impegno per la conservazione di testi, documenti, libri in una sua personale biblioteca, ricchissima, alla quale spesso attingeva per meglio supportare il suo ragionamento politico. Enrico è stato un parlamentare che ha rappresentato Le Marche e il partito con tutto se stesso, senza risparmiarsi, e come sottosegretario al commercio con l’estero è stato di notevole aiuto alla industria marchigiana e italiana. Ricordo la sua amicizia e la sua devozione a Giovanni Spadolini, che mi fece conoscere e con il quale iniziai, da lui sollecitata, una collaborazione culturale che poi divenne politica. Enrico è stato il mio mentore in politica e come io ho creduto in Lui, egli ha creduto in me, spronandomi ad abbracciare un cammino duro e difficile: quello politico nel PRI; dove rarissime donne erano riuscite ad emergere in cui avrei potuto dare un contributo personale, repubblicano, per la soluzione di problemi per i quali
combattevo quotidianamente: scuola, sanità, lavoro ecc. La sua fiducia è stato il carburante che mi ha poi sorretto in tante battaglie che abbiamo fatto insieme, sia a livello politico nazionale, che locale.
Il suo tormento per un PRI che si stava allontanando dal popolo, dai lavoratori, dalle grandi linee giuridiche e culturali espresse nella Costituzione Repubblicana lo accompagnò fino alla fine dei suoi giorni. Ricordo la tristezza profonda dei suoi ultimi tempi che non si rassegnava ad un declino della forza morale del repubblicanesimo per la quale continuò ad impegnarsi fino agli ultimi giorni della sua vita.
Un sentimento di profonda stima e di altrettanto profonda riconoscenza mi lega ad Enrico che ricordo spesso con affetto, che illumina il mio difficile impegno politico con il suo esempio di sacrificio che ha lasciato indelebile nel mio cuore. Enrico Ermelli Cupelli, un Vero Repubblicano al quale va il mio deferente ricordo affettuoso come quello della mia famiglia e di quanti, tanti, che lo hanno apprezzato e gli
hanno voluto bene.