Il terremoto non ha fiaccato la voglia di ripresa delle valli castellane

Erano perlomeno due settimane che non tornavo a Castelsantangelo sul Nera (ogni volta un tuffo al cuore) e allora abbiamo deciso, con Laura, mia figlia, le nipoti Marta e Sara, di trascorrere la giornata del 1° Maggio al ristorante dell’Erborista, dai Maghi, a Gualdo (frazione di Castelsantangelo sul Nera) che da quella data riappriva – un impegno, una scommessa per il futuro, un segnale di forte ripresa di una comunità indomita – la sua attività: abbiamo riabbracciato, Ilaria, Domenico, Lea, Rita e Urbano del Bar di piazza del Ponte, Pietro Venanzoni, tutte le generazioni dei Blanchi,e tanti altri.

Mentre andavo a Castello si intrecciavano i ricordi dei tanti comizi tenuti per il 1° Maggio per la festa dei lavoratori da Cosenza a Venezia, da Ancona a Forlì e in tante altre città, con le giornate felici passate con Angela non solo sui campi da sci di Monte Prata con Laura e Giovanni, le nipoti Marta e la spericolata Sara, e la desolazione di Castelsantangelo, della casa (non vi entrerò più fintanto che non sarà ricostruita o ristrutturata), e di tutto l’alto Nera: paesi e frazioni fantasma, macerie (sembra che nessuno le abbia rimosse – è rimasto tutto quasi immobile – dopo i terribili terremoti di Agosto e Ottobre: ora pare – non so se voglia dire qualcosa – che i vigili del Fuoco, o una parte di essi vadano via), e tanta burocrazia…., e non ultima quella assurda e imprevedibile catena di comando – animali e allevatori colpiti dalle forti nevicate e le persone bloccate – quando nevicava copiosamente e la terra tremava

La responsabilità dei ritardi e della disorganizzazione è sicuramente di qualcuno, ma superiamole tutti assieme pensando con ottimismo al futuro!

Siamo arrivati a Gualdo e abbiamo mangiato fuori, all’aperto (abbiamo risentito i sapori antichi della buona cucina), perché il “locale” dei Maghetti mostrava delle crepe che per i “tecnici” erano pericolose: abbiamo vissuto il postemergenza-la necessaria ricostruzione per tutelare l’identità del territorio – l’impegno alla rinascita della valle di Gualdo, delle valli: la ricostruzione, comunque, ricomicerà quando arriveranno le casette prefabbricate a ripopolare il paese, e i servizi (alimentari, bar, medico, farmacia,….) non lontani dalla gente.

E’ importante (non dimenticate Castelsantangelo sul Nera) che molti artisti e cantanti mostrino solidarietà per le zone terremotate (i fondi affluiranno nei centri dedicati e quando saranno sbloccati spero che non saranno usati per prebende o spese correnti, ma per investimenti mirati per gli abitanti del paese e delle frazioni: nelle catastrofi naturali, purtroppo, c’è chi perde tutto, e chi ci guadagna ), ma non così lontano dal “cratere”: i territori hanno bisogno per rivivere che la solidarietà gli sia vicina.

Noi potremmo offrire il cibo genuino, la nostra arte a chi ci viene a trovare, ai turisti (tesori recuperati) – dimenticata prima ed oggi preziosi (esposta in parte, ringraziamo, in gallerie di respiro internazionale) -: i dipinti e le statue delle Chiese inagibili (a proposito bisognerà, per i credenti, ricercare uno spazio per celebrare la Messa), l’organo a canne del Fedeli, le circa quidici opere ricoverate nel “magazzino” di S. Spirito (tra cui: Paolo e Tommaso da Visso Bambino e Arcangelo, Bambino del ‘400  di proprietà del Comune,…): e tante altre opere descritte e riprodotte nel famoso libro di Sonia Pierangeli.

Torneremo a Gualdo dall’Erborista per assaporare i cibi della tradizione, forse mare e monti ed altri cibi marini (un rapporto di interscambio tra mare e montagna) portati dall’esperienza dei terremotati collocati al mare, come i pastori (non per i terremoti) che per la transumanza andavano in maremma.

Siamo andati, infine, al cimitero per salutare Angela, mia moglie, i suoi cari, zio Franco, zio Angelo, zia Maria,…, e uscendo abbiamo incontrato l’amatissima Angela Cesaretti: nei suoi occhi ho letto la determinazione e la voglia di far ripartire il paese e allora sono partito contento.

 

Giulio Lattanzi                 Corrispondenza da Castelsantangelo sul Nera